Nella lotta contro la COVID-19, l’infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2, sono diventate emblematiche le immagini di uomini bardati con tute protettive e mezzi mentre spruzzano sostanze nell’ambiente. Si tratta di procedure di sanificazione, atte a eliminare l’eventuale presenza del virus dalle superfici. Ecco come vengono eseguite.
Per ridurre il rischio di contagiarsi col nuovo coronavirus SARS-CoV-2 sono ritenute particolarmente importanti il distanziamento sociale e le pratiche di igiene personale, come il frequente e certosino lavaggio delle mani con acqua e sapone (per almeno 20 secondi) o con una soluzione disinfettante a base alcolica. Ma nella lotta alla COVID-19, l’infezione scatenata dal coronavirus, è entrata in gioco anche la sanificazione degli ambienti, un processo di accurata disinfezione che punta a eliminare l’eventuale presenza del patogeno sulle superfici, sia all’interno dei locali che all’aperto.
La disinfezione è il passo successivo dopo la pulizia di un ambiente, che attraverso azioni meccaniche e prodotti detergenti prevede la rimozione dello sporco visibile ed evidente. A seguito del risciacquo dopo la pulizia si passa alla disinfezione vera e propria, basata sul rilascio di prodotti chimici (ma anche acqua bollente, vapori, radiazioni etc etc) al fine di ridurre la presenza di agenti patogeni come batteri, spore fungine e virus eventualmente presenti sulle superfici. Non si tratta di una sterilizzazione come quella necessaria in determinati ambienti, ad esempio nelle sale operatorie di un ospedale o nell’industria alimentare. La sanificazione è un ulteriore step, spesso considerata sinonimo di disinfezione, ma in realtà si tratta di uno step successivo, nel quale vengono prese ulteriori misure al fine di rendere un ambiente ancora più sicuro per la presenza umana, andando ad esempio a intervenire su livelli di ventilazione, temperatura, procedure per tenere lontani parassiti ecc.
Nel caso del contrasto al coronavirus con sanificazione ci si riferisce al concetto più generale di disinfezione, sia in ambienti aperti che nei locali chiusi, cambiando il prodotto chimico utilizzato.
Per eseguire tale disinfezione, la Green Tech, come suggerito e specificato in un editoriale della prestigiosa rivista scientifica Science, utilizza una soluzione diluita di ipoclorito di sodio per gli ambienti esterni e una soluzione di Sali quaternari d’ammonio per i locali interni. L’obiettivo di questo aerosol spruzzato in aria e sulle superfici è quello di depositarsi e uccidere i patogeni presenti, compreso il coronavirus. L’azione disinfettante punta a distruggere il guscio esterno lipidico del virus.
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SALUTE 17 MARZO 2020 di Andrea Centini
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